Approfondimenti

Tuffiamoci in un mondo nuovo: La Terapia Multisistemica in Acqua


La terapia multisistemica in acqua (TMA) nasce nel 1990 da un lungo lavoro sull’autismo di Giovanni Caputo, Giovanni Ippolito e Paolo Maietta. 

È una terapia che utilizza l’elemento naturale l’acqua come attivatore emozionale, sensoriale, motorio, capace di sollecitare e promuovere nel bambino con disturbi della comunicazione, relazione, autismo e disturbi generalizzati dello sviluppo, una relazione significativa poiché permette di entrare in contatto con questi ultimi nonostante le difficoltà sociali e la poca motivazione ad apprendere e modificare i loro schemi comportamentali disfunzionali all’interno di un ambiente ludico e strutturato (piscina) partendo, appunto, dalle emozioni che il bambino manifesta nello stare in acqua. 

Perché TERAPIA?

Perché si attua attraverso la “pianificazione” di un intervento che tiene conto dei punti di forza e di debolezza del bambino, dei bisogni e soprattutto degli interessi al fine di influenzare positivamente i comportamenti problema. Questo intervento si basa sugli obiettivi a breve, medio e lungo termine che vengono stilati a seguito di una prima fase osservativa e valutativa del bambino. 

Perché MULTISISTEMICA?

Perché valuta e interviene sui diversi sistemi funzionali del bambino, ossia sul sistema relazionale, cognitivo, comportamentale, emotivo, senso-motorio e motivazionale. Il sistema relazionale è il primo tra tutti ad essere attivato dalla terapia in acqua poiché le emozioni che il bambino prova, lo spingono a cercare un primo contatto con l’operatore. Ad esempio attivandosi la paura all’interno di questo ambiente, il bambino mostra un innato bisogno di aggrapparsi all’operatore e quindi di sviluppare una relazione con questo, che diverrà una figura di riferimento e successivamente una base sicura dalla quale partire per esplorare e conoscere ambienti e situazioni nuove. 

Perché ACQUA?

Perché è un ambiente ricco di stimoli differenziati da cui può derivare una gratificazione immediata che costituirà un significativo aumento di recupero. La gratificazione è fondamentale all’interno di un intervento riabilitativo poiché produce piacere e di conseguenza una maggiore propositività da parte del bambino verso alcune attività e oggetti, prestando attenzione alle richieste dell’operatore, riuscendo ad eseguire i compiti anche attraverso richieste verbali. Questo ambiente risulta essere gratificante anche per la famiglia in quanto permette di osservare la modificazione di alcuni aspetti comportamentali o relazionali e di osservare le capacità del bambino di fare, comprendere e di instaurare una relazione significativa con l’operatore o con i pari. 

A chi è rivolta la TMA?

Si rivolge prevalentemente a bambini con disturbo dello spettro autistico, generalizzata anche ad altri disturbi quali  disturbo iperansioso dell’infanzia, ritardo mentale, disturbo da attenzione e iperattività, disturbo reattivo dell’attaccamento, fobie, disturbo della condotta, disturbo oppositivo-provocatorio, schizofrenia ed altri disturbi psicotici, sindrome di Down, disturbi motori, disturbo della relazione, della comunicazione ed altri ancora.

Finalità:

Questa terapia è finalizzata alla rieducazione e alla modificazione degli schemi cognitivi, comportamentali, comunicativi, emotivi  e di interazione sociale reciproca. Quindi va ad  agire sui sintomi che il singolo bambino presenta andandoli ad attenuare, modificando positivamente i processi comunicativo-relazionali, comportamentali e dell’interazione sociale. Pertanto gli obiettivi terapeutici consistono nel migliorare gli aspetti compromessi e caratterizzanti del disturbo. 

 

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