Approfondimenti

Disturbo della coordinazione motoria (DCD) e Disprassia Evolutiva


Il termine disprassia viene ancora poco usato nella clinica e spesso in modo confuso a causa della mancanza di criteri univoci rispetto alla definizione, alla diagnosi e all’eziologia del disturbo. Solo recentemente si è avvertita l’esigenza di giungere a criteri condivisi rispetto alla valutazione e alla diagnosi dei disturbi della coordinazione motoria in età evolutiva e sono sorti gruppi di lavoro a livello internazionale con lo scopo di definire delle linee guida su questo specifico argomento. Generalmente la Disprassia viene inclusa nella definizione di disturbi della coordinazione motoria ma ciò ha creato confusione e poca chiarezza rispetto al “termine” che va inteso come incapacità di eseguire atti motori finalizzati e intenzionali e che pertanto va distinto dalla goffaggine e dal disturbo del movimento. La difficoltà di coordinazione motoria e componenti disprattiche di diverse entità sono presenti nel 5-6% della popolazione scolastica (il 2% in forma severa).

Per comprendere meglio il significato implicito del termine è necessario distinguere i due termini: Disturbo del Movimento e Disprassia.

DCD che cos’è?

Il DCD (Developmental Coordination Desorder) è uno dei principali disturbi psicomotori, in generale i bambini con disturbo della coordinazione motoria hanno un’intelligenza normale e un disturbo della capacità di CONTROLLO ED ESECUZIONE del movimento finalizzato o meno all’uso di oggetti, senza evidenti patologie neurologiche. Il suo decorso è variabile, ma il suo riconoscimento avviene di solito quando il bambino fa i primi tentativi in attività come correre, usare coltello e forchetta, abbottonarsi i vestiti, giocare a palla o curare l’igiene personale.

Come si manifesta?                                                                                                  

I bambini con DCD tendono a lavorare più lentamente rispetto ai coetanei, possono essere visibili deficit dell’equilibrio, nelle andature e nelle capacità motorie fini (Tanguay 2006) come la coordinazione bi-manuale o il tenere in mano una penna in maniera corretta.

Il bambino con DCD è un bambino goffo con movimenti poco precisi e lenti, spesso ha difficoltà di integrazione (per esempio dei 2 emisferi), difficoltà grafomotorie, difficoltà di dissociazione dei movimenti, di equilibrio e percettivi. Questi bambini hanno difficoltà nel regolare la velocità o l’intensità tonica con una buona distribuzione della forza muscolare.

Disprassia evolutiva che cos’è?

La Disprassia Evolutiva è un disturbo congenito o acquisito precocemente che, pur non alterando nella sua globalità lo sviluppo motorio, comporta difficoltà nella gestione dei movimenti comunemente utilizzati nelle attività quotidiane (ad es. vestirsi, svestirsi, allacciare le scarpe) e nel compiere gesti espressivi; inoltre è deficitaria la capacità di compiere sia gesti intransitivi (gesti simbolici) che transitivi (uso finalizzato degli oggetti).

Come si manifesta?

I bambini disprattici hanno difficoltà a rappresentarsi, programmare ed eseguire atti motori in serie, finalizzati ad un preciso scopo ed obiettivo.  Di conseguenza il gioco risulta povero e ripetitivo, il bambino non si sa spogliare e vestire da solo, difficilmente disegna spontaneamente e il linguaggio fatica a decollare. Inoltre i bambini disprattici risultano molto sensibili al tatto, alla luce, ai rumori intensi e spesso presentano difficoltà alimentari (risultano essere molto selettivi). Nella maggior parte dei casi la difficoltà gestuale è correlata alla difficoltà di separare adeguatamente le dita delle mani, l’ipotonia degli arti superiori risulta particolarmente marcata rispetto all’ipotonia generalizzata o degli arti inferiori. Spesso sono associati disturbi percettivi e visuospaziali, problemi di attenzione e di comportamento, ed anche problemi di apprendimento.

 

Disprassia primaria e disprassia secondaria

La disprassia primaria, detta anche pura, non è associata ad altre patologie e non presenta segni neurologici evidenti.

La disprassia secondaria è associata invece ad altre patologie e sindromi (Disturbi pervasivi dello sviluppo, PCI, sindrome di Williams, Sindrome di Down, ADHD, ADD).

Inoltre può capitare che in un bambino si riscontrino uno o piu tipi di disprassia, di cui una tipologia è preminente rispetto ad altri segni più sfumati di disprassia.

Come intervenire?

Gli insegnanti e i genitori che vedono il bambino ogni giorno possono essere i primi a notare le difficoltà incontrate dal bambino. In questi casi è importante rivolgersi ad un medico nei primi anni di vita per escludere che le difficoltà motorie siano dovute ad altre cause mediche. I bambini affetti da DCD o da disprassia non diagnosticate possono andare incontro a insuccesso e frustrazione, sono spesso visti come lenti o non motivati, e possono sviluppare ulteriori problemi fisici, sociali e comportamentali. 

Diventa così fondamentale un’individuazione precoce di questi sintomi; come per la maggior parte delle problematiche in età evolutiva anche di fronte alla disprassia o al disturbo di coordinazione motoria, la prevenzione risulterà essere il primo e il più importante valido alleato.

L'intervento per curare i bambini affetti da DCD e o da disprassia può includere la segnalazione ad un terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva che aiuterà il bambino a imparare a svolgere attività quotidiane con più successo e che fornirà consigli ai genitori e agli insegnanti in merito alla partecipazione alle attività a casa, in classe, nelle aree di gioco e ad attività di svago nella comunità. A differenza della diffusa opinione secondo cui i bambini affetti da DCD o da disprassia supereranno i problemi crescendo, gli studi hanno dimostrato che questi possono acquisire alcune capacità con un esercizio supplementare, ma l'acquisizione di nuove capacità motorie continuerà ad essere problematica. E’ consigliato pertanto un intervento tempestivo per aiutarli a imparare strategie che compensino le loro difficoltà di coordinazione motoria, nonché per farli sentire meglio come persone e per prevenire l'insorgenza di altre problematiche secondarie derivanti dalla crescita. 

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